Era da un bel po' che non facevo un giro in bici di più giorni zaino in spalla, la chiamata di Paride risulta molto gradita quando mi propone di fare un giro di un paio di giorni sulle verdi pendici del monte Cusna, facendo tappa al Rifugio Battisti per la notte.
Dalla traccia che percorre l'anello del Cusna in 2 giorni, vediamo di estrarre un giro
a metà tra il giro dei 4 rifugi e quello del Cusna: partenza da Febbio, vicino agli impianti
di risalita, primo tratto esplorativo nel bosco, a spingere la bici su sentieri non propriamente
ciclabili fino a congiungerci alla forestale che più comodamente ci porterà in quota; giungiamo
finalmente al cospetto del Cusna e al passo Lama Lite ormai il grosso è fatto;
passiamo quindi al Battisti a scaricare un po' gli zaini...tra centinaia di turisti ammassati ci scoliamo
una fresca Moretti Baffo d'Oro e un pezzo di pizza, prima di riprendere il giro nella conca del Cusna: discesa
nel bel sentiero 629 fin giù alla forestale che ci riporterà su verso il rifugio Bargetana, dove è
appena finito un concertone di musica classica...
Questo concertone ci accompagnava infatti durante la discesa,
non mi era mai capitato di trovarmi a pennellare curve con musica sinfonica in sottofondo e devo dire che
è stata una sensazione magnifica...un po' come la Cavalcata delle Valchirie in Apocalipse Now, fantastico!
Si avvicina l'ora di cena e puntiamo al Battisti, dove ormai non è rimasto quasi più nessuno... doccia improvvisata e una birra per aperitivo, prima della ricca cena che ci preparano le cuoche del rifugio.
Siamo in 6 ospiti questa notte, di cui 5 provenienti dalle nostre zone, tra una chiacchera e l'altra la serata passa piacevolmente e in fretta, con le avventure dei boy scout raccontate dai gestori del rifugio (ne hanno fatte di cotte e di crude!)...dopo cena 2 passi sotto un cielo stellato, come ne ho visti pochi in vita mia.
A un certo punto uno strano latrato squarcia il silenzio della notte...una qualche bestia strana è lì vicino a noi, non capiamo cosa sia e ci mette un pelo di apprensione...alla fine ci diranno che si tratta di un innoquo cervo...forse comunque incazzato.
Il risveglio in quota ha un gusto particolare, l'aria tersa e frizzante ci tira giù dalla branda, colazione abbondante e via...oggi ci aspetta più discesa che salita, ma sappiamo che avremo un muro di 700 m da scalare e che sarà intorno a mezzogiorno.
Ma ci guarderemo poi, intanto ci godiamo il parco e le poche persone che lo infestano, scendendo attraverso la bella valle del torrente Ozola, con un tratto finale su sentiero scavato nella montagna che ricorda molto il Tracciolino.
Planiamo come aquile a Ligonghio e di lì a breve inizia la lunga salita verso il passo della Cisa, che affrontiamo ovviamente nelle ore più calde della giornata. La salita non ci è nuova, l'avevamo infatti affrontata un paio di anni fa durante la Transappenninica e anche allora ci sembrò lunghissima, con calma e pazienza però conquistiamo ancora il passo della Cisa e ci fiondiamo giù al rifugio Monteorsaro in cerca di cibo.
Ormai siamo arrivati, ultimi tratti di sentiero per arrivare a Febbio e alla macchina che aspetta al sole.
Veramente un bel giro in un ambiente che regala sempre belle emozioni, col suo verde intenso e le sue selvagge bellezze naturali.
In totale sui 60 km percorsi e circa 1900 m di dislivello superati.